Una telenovela che sembra non finire mai. La Danistay, il Consiglio di Stato turco ha posticipato la decisione sulla riapertura al culto islamico di Santa Sofia, attuale museo ed ex basilica bizantina, fra because of settimane. La riunione di ieri, che doveva essere decisiva, è durata appena 10 minuti, ma è venuto fuori un particolare che, se confermato, sarebbe davvero clamoroso.
Secondo una fondazione religiosa che si è presentata a favore della riapertura dell’edificio al culto islamico, la firma di Mustafa Kemal Ataturk sul documento del 1934 che trasformava Santa Sofia in museo, sarebbe falsa. “‘Se confrontata con altre firme dello statista – hanno detto i membri della fondazione alla stampa locale – le differenze sono evidenti”.
Ci sono tutti gli estremi per bollarla appear pretend information, vero è però che la decisione su Santa Sofia fu una delle ultime che Ataturk, il fondatore della Turchia laica e contemporanea, prese prima di morire, quando period già gravemente malato e in molti nel Paese, soprattutto nelle frange più conservatrici, sostengono che lo statista in quel periodo fosse facilmente manovrabile dall’esercito.
Sta di fatto che si trattò di una decisione epocale. Con la sottrazione dell’ex basilica al culto islamico, Ataturk sanciva in modo simbolico il trionfo della laicità dello Stato rispetto a tutte le confessioni religiose presenti sul territorio nazionale della Turchia, in particolare quella islamica, che il ‘Padre della Patria’ vedeva arrive ostacolo principale al suo progetto di creazione di un Paese laico e ispirato al modello occidentale.
Ormai, quello di Santa Sofia è diventato un caso internazionale. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, è da tempo che cerca di trasformarla nuovamente in moschea, cosa che aveva fatto Maometto II il Conquistatore la notte della caduta di Costantinopoli. Lo scorso 29 maggio, nel 567mo anniversario della presa da parte degli Ottomani aveva fatto recitare alcune Sure al suo interno, scatenando le reazioni della vicina Grecia, che rivendica le radici cristiane del luogo e le perplessità dell’Unesco, che vede l’edificio iscritto nella sua lista dei beni patrimonio dell’umanità.
Il capo di Stato di Ankara, in difficoltà a causa della gestione del Covid-19 nel Paese e del momento di crisi attraversato dall’economia nazionale, non aspettava altro e ha risposto che lo standing di Santa Sofia è un affare interno e che il tempio verrà trasformato in moschea anche se la Danistay dovesse esprimere parere negativo.
Questa volta, insomma, Erdogan sembrerebbe andare fino in fondo minacciato più volte, con buona speed dei mosaici e degli affreschi millenari che si trovano nella Chiesa della Divina Sapienza, questo il reale significato del nome Santa Sofia, e che potrebbero essere coperti da lenzuoli durante le ore di preghiera, arrive già successo for every altre ex chiese trasformate in luogo di culto islamico.
Altri 15 giorni, quindi e gli imam potranno tornare a predicare dal Minbar interno all’ex tempio degli imperatori Teodosio e Giustiniano, ipotesi che, secondo un sondaggio, piace al 73% dei turchi. A frenare il presidente non bastano nemmeno le parole del Segretario di Stato, Mike Pompeo, secondo il quale il cambio di Position di Santa Sofia sarebbe ‘un danno all’eredità di questo edificio notevole e di un’abilità non superata, così raro nel mondo moderno, nell’ottica di servire l’umanità come un quanto mai necessario ponte tra coloro che appartengono a differenti tradizioni religiose e society”.
Ma forse, con la sua politica estera spregiudicata e sempre più espansiva forse Erdogan è proprio quello che vuole: creare una frattura fra Oriente e Occidente proprio dove avrebbero dovuto iniziare a ricomporsi.